10.6092/1827-9198/5388Dodi, GiuliaDonne e motori, pregiudizi a priori. Il difficile rapporto tra donne e automobilismoCars and prejudice: the difficult relationship between women and sports carsCentro di Ateneo per le Biblioteche dell'Università di Napoli 'Federico II'2017corse – motorsport - piloti – donne2017-12-302017-12-302017-12-312017-12-31itArticle5-416-5388This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License.L’automobilismo sportivo italiano rappresenta una delle realtà agonistiche più vincenti e celebrate a livello mondiale, ma tanto significativa è la storia di questa disciplina sportiva quanto evidente è la quasi totale assenza di figure femminili al suo interno. Le donne che hanno preso parte alle competizioni automobilistiche sono pochissime, e ancor meno sono quelle che hanno potuto costruire una carriera lunga e solida in questo ambiente. Si tratta di una condizione che persiste quasi inalterata fin dagli albori dell’automobilismo e che non accenna a dare segni di cambiamento, sia nella realtà italiana sia in quella internazionale. Nel corso degli anni la figura del pilota di auto da corsa è stata esaltata dalle cronache e dai giornali, tanto da diventare un’icona che ancora oggi è possibile trovare ben oltre le riviste sportive. Al contrario le donne occupano un ruolo marginale, guardate con sospetto quando non con sufficienza, secondo la credenza che siano incapaci di guidare e inadeguate per le competizioni di questo genere. Così facendo si è perpetrato nel tempo il pregiudizio che vede il mondo dei motori come un settore prettamente maschile, poiché le gare sono sinonimo di aggressività, competizione e coraggio, tutte abilità considerate prettamente virili e che non sarebbero riscontrabili in una donna.La camera blu. Rivista di studi di genere, N° 17 (2017): Contesti sportivi e prospettive di genere